Torniamo a parlare di Benchmade, a pochi mesi di distanza dal precedente articolo con protagonisti i prodotti del brand americano. Anche questa volta abbiamo scelto tre novità, fra i numerosissimi modelli di recente presentazione, tutte appartenenti alla Blue Class. Una in particolare, la aspettavamo da tempo.
testo e foto di Tommaso Rumici
Nel numero 88 di Coltelli vi offrimmo una selezione di nuovi modelli Benchmade, uno per ciascuna delle classi in cui la casa americana suddivide la propria produzione. In quell’occasione toccò al Proper rappresentare la Blue Class ma, per quanto interessante, si trattava di un sostituto: il modello che avremmo voluto recensire era il Bugout, che purtroppo la coltelleria Collin (www.coltelleriacollini.it) aveva appena terminato. Così, appena saputo che quel modello era tornato disponibile, abbiamo chiesto di inviarcelo e, con l’occasione, ne abbiamo aggiunti altri due.
Questa volta i nostri protagonisti appartengono tutti alla serie blu e, seppur diversissimi nello stile, rappresentano tutti delle valide opzioni per chi sia alla ricerca di un EDC (Every Day Carry), cioè un coltello per tutti i giorni.
Saibu
La particolarità più evidente del Saibu sono gli inserti in legno di cocobolo che fanno capolino dalle guancette in G10 nero, generosamente alleggerite da una serie di aperture, come le cartelle in acciaio sottostanti. Non a caso il nome del folder, disegnato da Seiichi Nakamura, in giapponese significa “dettagli”, e infatti sono proprio i particolari, più che il design generale, a rendere unico questo modello. Oltre alle guancette, vi sono altre piccole attenzioni a caratterizzare il folder: lo spaziatore dorsale in acciaio, lavorato a ricordare il bambù, le teste delle viti che, sul lato sinistro, sono concave, e il piolo d’apertura anch’esso con inserti in cocobolo.
Contrariamente a tutto ciò che la circonda, la lama in 20CV è straordinariamente semplice: una drop point appena accennata, con biselli piani a tutta altezza, che quando è chiusa rimane in gran parte visibile all’interno della gabbia formata dall’impugnatura. Il tagliente ruota su rondelle in ottone, meno sensibili allo sporco rispetto ai cuscinetti, che fra l’altro non avrebbero apportato vantaggi apprezzabili, dato che non siamo di fronte a un flipper.
Il blocco è il noto AXIS di Benchmade, e grazie alla leggerezza del tagliente risulta esente dall’effetto ghigliottina che di tanto in tanto riscontriamo su altri modelli del brand, dove il peso può causare la chiusura spontanea del coltello non appena si tiri indietro il piolino di sblocco. Non che ciò rappresenti un vero rischio, ma non trasmette all’utente un’impressione di pieno controllo.
Il manico, a prima vista piuttosto squadrato, risulta comodo e permette di variare l’impugnatura senza fastidi. Vicino al pivot, nella parte inferiore, si prolunga per segnalare all’indice l’avvicinarsi del filo, senza tuttavia impedirne l’appoggio avanzato.
Per il porto c’è una clip corta ma straordinariamente robusta, posizionabile a destra o a sinistra, sempre in coda al folder. Nonostante l’apertura centrale, appesantisce abbastanza l’estetica generale, in particolare a causa delle comode ma vistose orecchie di fissaggio; si fa perdonare svolgendo il suo compito con risolutezza e discrezione, facendo sparire il Saibu in tasca. Meno riuscita, dal punto di vista pratico, l’apertura per il cordino, davvero angusta.
Micro Pocket Rocket
Il Micro Pocket Rocket ha uno stile assai più tecnologico, caratterizzato dall’impugnatura in titanio micropallinato e dalle minuterie anodizzate. Il design deriva dal Benchmade Mini Pocket Rocket, sempre di Shane Sibert ma ormai fuori produzione, e in generale lo stile è quello tipico dei custom del knifemaker.
Rispetto al modello da cui deriva, mantiene la costruzione volutamente sovradimensionata e il solco sui piatti della lama, mentre perde il piolo d’apertura, sostituito da un lungo flipper dal finale squadrato. Fin dal primo azionamento si apprezza la scorrevolezza dei cuscinetti a sfere: nonostante sia veramente piccolo, non ci sono incertezze in fase di apertura. L’unica cosa a cui bisogna stare attenti è come lo si impugna: vista la lunghezza ridotta può capitare di poggiare il palmo della mano lungo l’arco di rotazione della lama, rischiando di fermarla o di sentirsi graffiare la pelle al passaggio della punta.
Il manico è semplicissimo, composto da due lastre di titanio pallinato, divise solamente da un doppio stop pin e due spaziatori a clessidra, blu come le teste della vite pivot e la clip, ricavata dal pieno. La meccanica è la classica frame-lock, il che giustifica la scelta di una clip a una sola posizione, visto che il blocco non è ambidestro come l’AXIS. Sul lato sinistro il perno di rotazione è circondato da un sottile elemento circolare grigio e satinato, mentre a destra ce n’è uno di diametro molto maggiore, che impedisce di iperestendere la lamina di blocco, intercettandone uno spigolo.
L’ergonomia del piccolo chiudibile di Sibert è sorprendente: lunghezza e spessore ridotti sono compensati dalla notevole larghezza, tanto che la mano si trova a poter stringere saldamente il coltello, e trasmette una sensazione di pieno controllo, che spinge a sfruttare a pieno l’elevata robustezza del chiudibile. Nella parte posteriore è stato trovato anche il posto per il foro per il lacciolo, sufficientemente grande da accogliere anche il paracord.
Il profilo della lama, pur particolare, può ancora essere definito drop point. I biselli sono piani e satinati, e la punta saggiamente ribassata, così da renderla realmente comoda nell’impiego generico. Esteticamente, gli elementi più caratterizzanti sono l’ampio controbisello e la rientranza che lo separa dal tratto su cui appoggiare il pollice.
Purtroppo il prezzo del Micro Pocket Rocket è davvero importante: per quanto sia indiscutibilmente ben fatto, le alternative non mancano.
Bugout
Eccoci finalmente al tanto atteso Bugout. Che dire oltre al fatto che è leggerissimo, estremamente sottile, piacevolmente ergonomico, e taglia da Dio?
Quella che ci è arrivata è la nuova colorazione, leggermente più costosa del modello originale con manico azzurro e lama satinata ma, considerando che parliamo di appena una ventina d’euro, è già diventata la nostra preferita. A differenza dei modelli precedenti, il Bugout è disponibile in quattro versioni: due colorazioni, ciascuna con filo liscio o combo. Il nostro esemplare è distinto dal codice 535SGRY-1, dove 535 è il numero del modello, S sta per “serrated” (seghettato), mentre il suffisso GRY-1 indica la nuova livrea cromatica.
Il tagliente, un drop point che tende allo spear point, è in CPM S30V, con biselli alti e piani, e un accattivante controbisello. Rispetto alla versione con impugnatura blu, qui l’acciaio è rivestito da un trattamento al nitruro di cromo color grigio fumo, che si abbina in maniera spettacolare al verde del manico, per l’esattezza “Ranger green”. Completano il quadro le minuterie nere, a eccezione di spaziatori a clessidra e piolo d’apertura, realizzati in ottone.
Il segreto dell’estrema leggerezza del Bugout è il manico in Gryvory stampato, quasi privo di cartelle dato che al sistema AXIS bastano due corti inserti in acciaio nella parte anteriore.
La clip è la stessa montata sul Saibu, ma sul Bugout risulta più azzeccata, sia perché il modello ha un’estetica meno raffinata e più pragmatica, sia perché invece di essere stonewashed ha ricevuto lo stesso trattamento applicato alla lama. Simile anche il posizionamento dell’apertura per il cordino, che però è più ampia e dunque più funzionale.
Specifiche
Produttore: Benchmade
Web: www.benchmade.com
Modello: 486 Saibu; 756 Micro Pocket Rocket; 535 Bugout
Designer: Seiichi Nakamura; Shane Sibert; Benchmade
Materiale lama: CPM 20CV; CPM 20CV; CPM S30V
Materiale manico: G10 e cocobolo; titanio; Grivory
Lunghezza aperto: 171 mm; 122 mm; 187 mm
Lunghezza lama: 75 mm; 45 mm; 80 mm
Spessore lama: 2,8 mm; 3,1 mm; 2,3 mm
Peso: 75 g; 100 g; 54 g
Tipo di blocco: AXIS; frame-lock; AXIS
Prezzi indicativi: 250,00 euro; 400,00 euro; 155,00 euro
Pro: Tre vadidi EDC
Contro: Prezzo Micro Pocket Rocket
1- Dall’alto: Benchmade Saibu, Micro Pocket Rocket, Bugout. Lo stile è diversissimo, ma tutti e tre rappresentano delle ottime scelte per il porto quotidiano, grazie a ingombri assolutamente pratici.
2- Il Micro Pocket Rocket, a sinistra nella foto, è l’unico a impiegare una meccanica frame-lock. Gli altri due montano il sistema AXIS proprietario, che ha il vantaggio di essere totalmente ambidestro.
3- I tre coltello chiusi. Si noti come la clip montata su Saibu e Bugout sia la stessa, ma con diverso trattamento superficiale. Il Micro Pocket Rocket è il più largo, ma compensa con la lunghezza.
4- Per aprire Saibu e Bugout si usa il classico piolino per il pollice. Sul Micro Pocket Rocket questo particolare è assente, e per estrarre il tagliente si preme il generoso flipper squadrato.
5- Tutti i Benchmade arrivano in una confezione il cui colore dipende dalla classe di appartenenza. L’interno è in polistirolo grigio, e il coltello è inserito in un sacchettino, a ulteriore protezione.
6- Lo spaziatore dorsale del Saibu è in acciaio, lavorato ad imitare il bambù. Si notino le spesse cartelle in acciaio, ricoperte dai due pannelli in G10 nero con inserti in legno.
7- L’estetica del Saibu è caratterizzata dall’inaspettato abbinamento di G10 e cocobolo, e dalle numerose aperture che permettono di vedere il tagliente anche quando è chiuso.
8- Il Micro Pocket Rocket è l’unico del trio a poter vantare una preziosa clip in titanio lavorato dal pieno, che come le altre minuterie è stata anodizzata in un bellissimo tono azzurro.
9- Il segreto della leggerezza del Bugout, oltre che del suo ridottissimo spessore, sono le guancette in Grivory stampato, rinforzate da inserti in acciaio solo dove richiesto dall’AXIS.
10- Il manico del Bugout ha il dorso interamente aperto: le due metà sono divise da spaziatori a clessidra in ottone, che creano un piacevolissimo contrasto con il verde e il nero.