Ruggero Rossi, coltellinaio hobbista di qualità

Tra gli iscritti all’Achi, l’associazione dei coltellinai hobbisti italiani, c’è un abile artigiano della Garfagnana, appassionato di caccia, che preferisce i chiudibili ma non disdegna i lama fissa, con risultati che si distinguono per la loro praticità senza però perdere in eleganza: Ruggero Rossi

Ruggero, presentati ai nostri lettori.

Mi chiamo Ruggero Rossi e abito a Pieve Fosciana, un paesino che si trova in Garfagnana. Ho 63 anni e sono sempre stato appassionato di coltelli sin dall’infanzia.

Come hai iniziato a costruire coltelli?
Ho iniziato a costruire i primi coltelli una quindicina di anni fa. La mia passione è la caccia, e tutto quanto è connesso a essa: la vita all’aria aperta il contatto con la natura i cani le armi e via dicendo. Lo strumento che non può mancare nelle mani di un cacciatore è il coltello: deve essere funzionale e bello al tempo stesso, quando lo tieni in mano devi percepire la sua energia, quella che gli ha trasmesso chi l’ha costruito. Ma quando ne sceglievo uno, trovavo sempre qualcosa che non mi appagava in pieno: così ho deciso di provare a farli da solo.
Costruire coltelli è una continua scoperta, un processo meraviglioso di apprendimento che mi conduce a scoprire limiti e impieghi di materiali e prodotti che da soli sono solo degli elementi ma che, lavorati e assemblati insieme, possono produrre un oggetto di qualità e dal quale io per primo mi sento appagato.

Come procedi nei tuoi lavori?
Questi sono da sempre interamente realizzati a mano o comunque con macchinari manuali tipo carteggiatrice o pantografo. Per le mie opere ho preso ispirazione da Randall, Johnson, Like, poi l’ispirazione finale me l’hanno data tre cari amici: Doriano Bertarini, Giancarlo Ciofi e Franco Vernazza. Mi sono avvicinato al damasco grazie alla frequentazione di Luca Pizzi, Moreno Feltresi, Giuseppe Pala.

Quali materiali prediligi?
Il damasco dei miei coltelli è di mia produzione: uso in prevalenza acciaio K720, 15N20, nichel e C70. Raramente uso damasco inox, che naturalmente acquisto da ditte specializzate. Invece, per gli acciai inox preferisco Ats34Rvl, 440C, N690, Ma5M. Per i manici poi utilizzo legni sia naturali sia stabilizzati, ma anche corna, avorio, avorio fossile, corallo e madreperla.

Quali attrezzi ci sono nella tua officina?
L’attrezzatura che ho nella mia officina è composta da una carteggiatrice, un fornetto per la tempra, un pantografo manuale, un durometro, una vecchia fresa, un tornio, una forgia a gas, una pressa idraulica – auto-costruita con l’aiuto degli amici Enrico, Marco e Maurizio – e altri attrezzi.

Quali caratteristiche distinguono i tuoi lavori?
Mi sto dilettando nella variazione di alcune tipologie di coltelli, in particolare i chiudibili che mi danno maggiore soddisfazione in quanto più impegnativi. Nei chiudibili inserisco anche interframe, che preparo in base al disegno del coltello, inserendo vari materiali che vanno dal legno alla madreperla al corno.

Quanti coltelli costruisci in un anno?
La mia è una piccola produzione di pochi pezzi l’anno, di conseguenza ogni esemplare prodotto è unico. Alcuni di questi li utilizzo abitualmente durante l’attività venatoria.

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